13-18 Agosto 2007: Dalla divisione in due gruppi al ricongiungimento a San Pablo. 1° Parte + Testimonianza

Nel momento in cui stavamo sul punto di fare il primo dei milioni di passi che avremmo fatto fino al momento in cui ci saremmo fermati, non sapevamo esattamente a cosa stavamo per andare incontro…

Sei persone: 4 italiani, don Guairo, il fantastico Chelo la nostra guida campesina dell'associazione che ci ha presentato le comunità e ha presentato il lavoro dell'associazione.
Un cane che era di strada per il ritorno a casa, due mule: una per caricare gli zaini di tutti noi e per una persona a giro.

6 ore di cammino, questo ci era stato detto.
Siamo partiti alle 8 e mezzo del mattino, dopo un abbondante colazione di riso, yuca e platano.
Siamo arrivati, anzi  ci siamo fermati prima in una casa lungo il cammino  per  evitare di morire nel mezzo della selva, più o meno alle 5  del pomeriggio, quindi dopo più di otto ore di cammino a piedi.
La prima parte del cammino è stata letteralmente come scalare una montagna, abbiamo attraversato un costone per passare ad un'altra valle, per continuare a fare giù e su per ore.

Man mano che ci addentravamo si facevano più presenti gli appezzamenti di terreno coltivati con le foglie di coca, e man mano diventavano più grandi, anche se questa non è una zona di grandi coltivi.

Sono tutti piccoli campi coltivati dai contadini per la loro sussistenza.
Prodotti come la yuca o il mais hanno un prezzo di mercato molto basso al di fuori delle zone cittadine. Questo significa che un contadino per guadagnare qualcosa con una cassa di yuca, già faticosamente coltivata, dovrebbe raggiungere la città.
Per farlo deve spendere parecchi soldi, che pesano sulle spese di produzione della cassa di yuca. Il gioco non vale la candela,  dalla cassa di yuca continua a non tirarcisi fuori nulla.
“Se acaba con la coca cuando se acaba con el habre” Si smette con la coca quando si smette con la fame”- questo quello che dice la gente –“no se puede murir de hambre”– non si può morire di fame.

La casa che ci ha ospitato faceva parte della vereda La Pedregosa, direi abbastanza ampia in lungo e largo e si può dire che chi ci abita ha abbastanza spazio a disposizione….è stata una notte strana… ha piovuto tantissimo ed eravamo sotto una tettotoia di alluminio, a lato della casa….intorno solo il silenzio nero delle montagne e lo scorrere del fiume a 30 metri.
Don Guairo non si è fermato con noi ma ha proseguito per preparare il nostro arrivo improvvisato del giorno dopo.
Spostamenti, soste, pranzi, cene, incontri con la comunità.
Il giorno dopo don Guairo è tornato a prenderci con delle mule che lui e altre persone della comunità   hanno messo a disposizione per continuare il cammino, ci devono aver visto un po' provati!
In meno di due ore  eravamo a casa sua a conoscere la sua famiglia, a mangiare la frutta dei suoi alberi, a guardare con invidia da lontano la fantastica piscina naturale nella quale loro si lavano tutti giorni.
Partiamo in fretta per raggiungere prima di pranzo una delle ultime  case di questa vereda, che si chiama Mondo Nuevo, dove è “accidentalmente caduta” una bomba a meno di 10 metri.
Una bandiera bianca sventola a pochi metri dal punto colpito dal tetto di una capanna che non c'è più. Guardiamo ed ascoltiamo un po' senza parole.  Mentre con Marta e Abo ascoltiamo la signora che parla, Luca intervista il padre dei bambini che stanno intorno a noi e ci guardano con un'aria mista fra curiosità  e amarezza per quello che ascoltano raccontare ancora una volta.
1°TESTIMONIANZA
Dopo circa un'ora ripartiamo per tornare a casa di don Guairo e finalmente andarci a fare il bagno tanto atteso.
Il giorno dopo ci alziamo presto per andare alla scuola della vereda e incontrare la comunità per raccogliere altre denunce.
Camminiamo a piedi per circa mezz'ora e al nostro arrivo erano tutti li che ci aspettavano.
Dopo circa mezz'ora la nostra attenzione è presa da un rumore di elicotteri; usciamo dalla scuola e ne vediamo tre sovolare bassi sulla nostra testa.Alcuni sembrano essere abituati, ad altri aumenta il terrore all'avvicinarsi del rombo…rientriamo e andiamo avanti….

Questa parte del racconto si chiude con un riassunto breve di alcune delle testimonianze che anbbiamo ascoltato e che porteremo indietro con noi

11 Aprile Alle 10 e 30 del mattino l'esercito nazionale lancia una bomba via terra a 50 metri dalla fattoria di un contadino mentre lui stava lavorando.
Qunado lo raggiungono gli offrono soldi per “parlare”

29 Aprile Alle 6 del mattino la brigata 15 dell'esercito occupa la casa di un civile, la perquisisce,    ordina al contadino che vive nella casa   di portargli degli animaliper poi minacciarlo di sparargli.
Rimangono intorno alla csa fino a sera prima di andare via.

13 Maggio L'esercito nazionale occupa la casa di un civile e la requisisce per farne la sua base notturna.

28 Luglio L'esercito entra in casa di un contadino che viene accusato di essere un guerrigliero e minacciato di morte se non tira fuori la benzina che ha.

1 Agosto L'esercito lancia un colpo di mortaio a cento metri da un'abitazione civile

3 Agosto L'esercito entra in una casa dove in quel momento si trovava solo una ragazza di 14 anni a cui gli uomini dell'esercito offrono 2 milioni di pesos per raccontare chi sono i miliziani di quella vereda

12 Agosto L'esercito entra in casa di una famiglia di civili, perquisiscono la casa, fanno foto e video ai presenti e si fanno vendere animali.